Vevey (TidPress) – Un grande quadro astratto, composto da verdi filari di vigneti che si specchiano, consapevoli della loro bellezza, nella vastità del Lago Lemano. Questo è il Lavaux, un paesaggio in cui il lavoro dell’uomo e la poesia della natura hanno lavorato insieme per creare un “patrimonio” riconosciuto nel 2007 anche dall’Unesco. La prima sorpresa la offre il lago: dopo alcune ore di binari “chiusi” tra montagne, si è propensi a uno stato d’animo meditativo e si riflette sulla grandiosa lontananza delle rocce dagli esseri umani. Il cielo si adegua, riempiendosi di soffici nuvole che attenuano la luce del primo pomeriggio. Poi accade qualcosa e le montagne, in segno di rispetto si fanno più piccole, o forse, a ben pensarci, è solo un’illusione ottica. Il cielo, però, di colpo splende d’azzurro e il lago, da attore consumato, fa il suo trionfale ingresso in scena. Da quel momento in poi, il “palcoscenico” potrebbe essere tutto suo. Ginevra, che dall’altro capo dell’arco formato dall’acqua, presta al Lago Lemano il proprio nome, da qui è lontana pur nella sua vicinanza. Il cambiamento d’umore è repentino ed è facile seguire i “suggerimenti” del lago e provare subito un profondo senso si benessere.
Vigneti dal lago |
I vigneti e il lago |
Ogni rappresentazione non vive solo di una prima donna e forse per far da contrappeso a tanta lacustre personalità, i monaci cistercensi nel XIII secoli hanno ampliato, “domando” la pendenza del terreno, la coltivazione delle vigne già iniziata dai romani. Da quel momento in poi il Lavaux è diventato degno coprotagonista di un‘armoniosa e rappresentazione della natura, i cui frutti riempiono di sapore i calici. A fargli da cornice, da una parte c’è la cittadina di Vevey, che si affaccia sul lago quasi timidamente, mentre dall’altra, la capitale del Cantone Vaud, Losanna, che “sfrutta” i panorami sul lago per rendere ancora più attraenti i suoi luoghi più belli. In mezzo i vigneti ordinati con cura su terrazze, che non seguono solo l’andamento orizzontale rispetto al lago, ma “osano” prendere direzioni diagonali, per poi raddrizzarsi nuovamente e scendere a volte verso l’acqua quasi in verticale. Le parole rischiano di rendere caotico un paesaggio che incanta lo sguardo e permette tante di quelle diverse inquadrature fotografiche da superare nei risultati ogni fervida fantasia di artista.
Per vivere da vicino questa maestria, basta salire su “Le train de vignes” (treno delle vigne) che da Vevey porta a Chexbres e cominciare a camminare sul sentiero che come un solco attraversa i vigneti e permette di ammirarli da vicino. Sulle dolci salite ed i leggeri pendii si può anche andare in bicicletta. La cura che i vignaioli dedicano alle loro piante rasenta la perfezione e sarà difficile scorgere tra il verde qualche foglia gialla. I vari appezzamenti di terreno sono suddivisi in “appellation” ma il vino (bianco) che si produce è in prevalenza lo Chasselas. Non bisogna essere degli esperti per apprezzarne la freschezza e l’aroma delicato. Se poi lo si degusta nel luogo d’origine, “immersi” nelle vigne e con il lago che occhieggia più in basso, acquisterà un fascino in più. La famiglia Jomini ha creato un piccolo spazio di degustazione proprio all’interno della propria vigna. Seduti a un semplice tavolo di legno, si sorseggia il vino e si ammira il paesaggio. Lo sguardo, prima di posarsi sulla cristallina lucentezza del lago, si sofferma sui tetti e sul campanile del paesino di Saint-Saphorin. Si aspetta l’ultimo atto – ma domani si replica – della rappresentazione. Il tramonto non delude: il verde delle vigne si fa più intenso e le rive del lago si accendono di tante piccole luci, mentre l’acqua riflette le varie sfumature, prima infuocate e poi sempre più blu del cielo.
Il molo di Vevey |
Shopping a Vevey |
La giornata è stata ricca di impressioni. I piccoli paesi che “rubano” spazio alle vigne sono tranquilli e curati come tutto il resto del territorio. I loro nomi, prima sconosciuti , evocheranno dopo una visita la stessa sensazione di tranquilla armonia, che solo dei vecchi amici sanno dare. Saint-Saphorin, Chexbres, Epesses, Cully: ognuno di essi offre una sosta in un ristorante o presso un produttore di vini. Poco prima di Cully, si può godere dell’ospitalità della famiglia Voruz-Longet, che, oltre a curare la vigna, ha trasformato parte della propria casa in un accogliente, e conveniente, bed and breakfast. Viste le dimensioni ridotte della struttura, ma soprattutto la sua posizione privilegiata, per potervi soggiornare bisogna programmare la vacanza con largo anticipo. All’inizio di settembre tra le vigne regna la tranquillità. Più che altro si scruta il cielo alla ricerca di qualche poco opportuna traccia di pioggia. Che in questo momento non è affatto gradita. Ma tra qualche settimana, qui sarà tutto un formicolio di attività. I grappoli verranno tagliati a mano e raccolti in grossi contenitori, che data la pendenza proibitiva del terreno, nella maggior parte dei casi, verranno poi prelevati da un elicottero. Nel Lavaux anche il lavoro più intenso si svolge cullati dal fresco respiro del vento, mentre il sole riflesso dal lago e catturato dai massi che sorreggono le terrazze, scalda la schiena e le mani dei raccoglitori. Le persone sono aperte al sorriso e ascoltarli narrare dell’amore per le proprie vigne è parte integrante dell’emozionante esperienza Lavaux.
Prima di salutare l’armonia del Lavaux, si può sostare a Vevey. Il piccolo centro storico è la versione urbana della perfezione delle vigne: le vetrine dei negozi, anche dei più minuscoli, sono curate nei minimi particolari e basta fare qualche passo per scoprire tante sfiziose idee acquisto. Il cioccolatiere-filosofo Poyet “forgia” la massa di cacao non solo nelle forme, ma infondendole un significato che in alcuni casi sfiora il metafisico. Inutile sottolineare che il cioccolato è buonissimo. Per omaggiare Charlie Chaplin che a Vevey ha vissuto, Poyet crea anche le “Charlies Pralines” che hanno la forma delle scarpe di Charlot – e le vende in una scatolina che è la riproduzione fedele di quella che conteneva le calzature originali.
La dolce commedia del Lavaux offre ai suoi spettatori un nuovo tramonto: dal molo affacciato sulla piazza di Vevey parte un battello Belle Epoque sul quale si trascorre la serata solcando le acque del lago e assaporando vini e cibi. Durante l’aperitivo la luce è ancora intensa e si osserva il tranquillo via vai delle persone lungo i viali che costeggiano il lago a Montreux. Qui tra fiori esotici e l’acquatica presenza di cigni e gabbiani, si tende a chiudere un occhio davanti a “un’invasione” edilizia che rischia di soffocare anche il profilo dell’albergo principe della città. Il Montreux Palace lotta con tutta la dignità della sua spettacolare architettura per imporsi sugli altri edifici. Il battello scivola via mentre nel ristorante il sole ormai al tramonto va ad “incendiare” uno specchio, il cui riflesso riempie tutta la sala di luce vermiglia. Più tardi, quando già il lago si è ammantato di scuro, si scorge il profilo un po’ sinistro del castello di Chillon. Costruito su uno “spunzone” di roccia proteso nel lago nel XII secolo, di giorno è uno dei monumenti più visitati della Svizzera. Di notte il protagonista è ancora lui, il lago, a cui le città affacciate sulle sue acque donano le luci che le rischiarano come diamanti con cui ornarsi. L’indomani, nel sole e da un altro battello, a riempire la scena e a strappare simbolici applausi sarà la verde armonia delle vigne del Lavaux.
Informazioni utili:
Office du Tourisme du Canton de Vaud
Av. d’Ouchy 60 CP 164
1000 Lausanne 6
Tel: +41 (0)21 613 26 26
www.regione-del-lemano.ch
Lake Geneva Region Tourist Office
www.lake-geneva-region.ch
Montreux-Vevey Tourisme
Rue de Théâtre 5 – Montreux
www.montreux-vevey.com
Château de Chillon
www.chillon.ch
Confiserie Poyet
Rue de Théâtre 8 – Vevey
www.confiseriepoyet.ch
Familie Longet-Voruz
Route de Vevey 49 – Cully
Tel. +41 (0)79 645 40 66
www.cavedemoratel.ch
longetvoruz@cavedemoratel.ch
Jean-Louis Jomini &fils
Chexbres
Jomini.vins@bluewin.ch
www.jomini-vins.ch
04.09.2008
Dalla terrazza Jomini |
L’ospitalità della famiglia Voruz-Longet |
Il castello Chillon
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