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Svizzera
La foresta tropicale di Zurigo

Testo e foto:Elvira D’Ippoliti



 Dopo aver ammirato la città sotto la neve nell’ultimo scampolo d’inverno ci si può rifugiare nel quartiere tropicale di Zurigo per osservare animali e piante

Zurigo (TidPress) – I lemuri, piccole scimmie simili a vispi peluche dagli occhi sgranati sul mondo sono di casa in Madagascar. A Zurigo vivono in uno dei quartieri più “in”, lo Zürichberg, di fronte allo zoo. Qui il “condominio” costruito apposta per loro è un hangar di plexiglas che riproduce al suo interno le condizioni meteo della foresta pluviale Masoala. Che a sua volta, “in originale” è un parco nazionale che cerca di mettere in salvo il 4% della foresta originaria rimasta da proteggere.
Sensibilità zurighese: non solo si crea un ambiente lontano per fauna, flora e clima, ma si partecipa attivamente allo studio delle problematiche locali per apportare miglioramenti. La conoscenza è di per sé un bene e se i contadini del Madagascar comprendono che le loro piantagioni di riso, così come le hanno programmate loro, portano alla distruzione del terreno, ne trarranno solo benefici.

Un lemure

La foresta tropicale di Zurigo

La foresta pluviale di Zurigo è un ambiente dove la natura reale mette in scena una rappresentazione sempre diversa e genuina. All’ingresso, con un clima ancora invernale, ci si muove tra gli scaffali di un negozio a tema e una caffetteria, poi si spalanca il “portello” e ci si addentra nell’umidità al settanta per cento con una temperatura di trenta gradi. Le piante sono trionfanti e sono quasi riuscite a nascondere alla vista la volta del soffitto. I lemuri sono umorali: può capitare durante una visita di sentire solo i loro versi, a tratti inquietanti ed a tratti ossessivi. Oppure li si incontra ad ogni piè sospinto: anzi, alcuni sembrano mettersi in posa per una seduta fotografica. Eccone uno accoccolato su un paletto con lo sguardo un po’ vago, del genere: sono molto impegnato, ma vi concedo alcuni minuti del mio tempo. O ancora un altro abbracciato ad un tronco d’albero, intento a sgranocchiare un frutto, per noi non identificabile, come se un abile regista gli avesse assegnato la parte in un documentario dal titolo: lemure che si sazia. Il percorso alla Indiana Jones zurighese porta in contatto con altri animali come camaleonti e uccelli acquatici, mentre tra le piante madre natura mostra il lato fantasioso di sé: fiori neri, felci enormi e palme esagerate.

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25.02.2009

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