Firenze (TidPress) – Living Zurich, Living Salzsburg, Living Heidelberg! Con questo slogan molte città d’arte europee si offrono sulle borse del turismo mondiale.
Si invitano i visitatori a vivere la vita di ogni giorno, per esempio a Zurigo. Per comunicare cosa? Prima di tutto che gli zurighesi amano e rispettano la propria città, in secondo luogo che sono disposti a condividere la gioia di viverci con gli ospiti di fuori.
I turisti non sono considerati degli scocciatori e neppure un male necessario per far aumentare il reddito. Sulla Bahnhofstrasse fanno acquisti nei negozi e si siedono ai tavoli dei caffé mischiati agli zurighesi. Utilizzano i puntuali, frequenti ed amati tram per andare ai musei ed alle mostre d’arte, per ammirare il lungofiume ed il lago. Gli abitanti della città, svizzeri e non, sono presenti negli stessi luoghi, negli stessi locali, sugli stessi mezzi di trasporto.
Forte Belvedere |
Piazza S. Spirito |
Sono stato a Firenze, dopo alcuni giorni passati nelle città storiche di Germania e Svizzera, e non ho trovato niente di tutto questo. Folle di turisti stipate a Piazza della Signoria, Piazza del Duomo, a ridosso degli Uffizi e delle strade confinanti. Ma dove sono i fiorentini, a parte i guardiani dei musei, le commesse dei negozi e le cassiere dei bar? Dai tavoli dell’orrendo ristorante- gazebo di fronte a S. Maria del Fiore arrivano solo frasi in inglese. Per forza che i fiorentini non vanno a mangiare lì: è più sgraziato dei chioschi di Pristina e di Tirana.
Camminando lungo la Costa di San Giorgio verso il Forte Belvedere, osservo in basso, oltre l’Arno, migliaia di persone brulicanti dalle parti degli Uffizi. Perché, adesso che la stagione volge verso il caldo, tutta questa gente non viene attirata a salire verso l’alto, verso il verde ed il fresco, con itinerari segnati in più lingue? In quindici minuti a piedi si raggiunge la quiete, in una strada con pochissimo traffico, costeggiata da alte mura che nascondono antichi e preziosi giardini.
Arrivato in cima alla salita (ho incrociato lungo il percorso sole tre anziane signore tedesche) già pregusto il piacere di entrare nel Forte Belvedere, di ripercorrere il camminamento di ronda, di ammirare Firenze distesa lungo la Valle dell’Arno e le sue colline verdeggianti. Niente di tutto questo! Il forte quel giorno è chiuso e gli altri giorni è aperto per tre-quattro ore. Non avrei nulla da obiettare se fosse chiusa solo la Palazzina che ospita le mostre. Invece è quasi sempre inaccessibile l’intera area verde, il sito più panoramico, più affascinante di Firenze.
Non mi arrendo e percorsi cento metri cerco di entrare nei confinanti Giardini di Boboli per una porticina quasi invisibile. Seguo un nucleo familiare: papà che spinge la carrozzina, mamma e secondo bambino. Loro passano sulla parola, io, invece vengo bloccato dal custode che mi chiede di esibire un documento che dimostri la residenza nel Comune di Firenze. Poiché non lo sono, dovrei pagare un biglietto d’ingresso di nove euro e anche fare una corsa per raggiungere l’uscita dei Giardini di Boboli dalla parte di Palazzo Pitti, entro l’orario di chiusura delle 18.00. Rinuncio al tour de force.
Sulla via del ritorno scendo una scalinata lunga e ripida che dalla Costa San Giorgio arriva sul Lungarno. Molti gradini sono sgretolati. Sono sicuro che gli abitanti di questo quartiere di Firenze, tranquillo, elegante e centralissimo, sono contenti così. Pensano a godersi il loro living Florence e non hanno nessuna voglia di condividerlo con seccatori venuti da fuori.
08.05.2008
Piazza S.Spirito |
Costa San Giorgio |