Terre d'Europa

Viaggio a tavola
Cosa “bolle in pentola” per il 150° dell’Unità d’Italia

Ivana Tamai



 I 150 anni dell’Unità d’Italia nella grande tradizione gastronomica italiana. Con un testimonial di eccezione: Camillo Benso di Cavour

Torino (TidPress) – La cucina italiana è il grande orgoglio nazionale. Molto è dovuto alla specificità delle cucine regionali che contribuiscono alla sua ricchezza e versatilità che non ha pari nel mondo. Senza le cucine regionali non vi sarebbe la grande cucina italiana e anche qui è stato necessario un intervento “unificatore” cui ha contribuito proprio quel Pellegrino Artusi di cui a marzo è ricorso il centenario della morte. Al grande gastronomo romagnolo autore de «La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene», pubblicato nel 1881, si deve in parte l’unificazione dello starordinario patrimonio gastronomico italiano.

La Galleria Grande Foto TidPress

La Reggia di Venaria Foto TidPress

Gli incontri conviviali giocano un ruolo importante in tutte le celebrazioni del 150 anniversario in quanto il cibo e la tavola sono valori fondamentali della nostra identità nazionale.
Forti di antiche tradizioni culinarie sabaude Torino e il Piemonte sono mete d’obbligo per le profonde radici storiche che riservano all’alta cucina. Complice quel Giovanni Vialardi, capocuoco di Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II che già nel 1854 pubblica il Trattato di cucina, Pasticceria moderna, Credenza e relativa Confettureria. Duemila ricette provenienti dai regi territori sabaudi: sapori piemontesi, valdostani, sardi, liguri, nizzardi. Per il dosaggio poi indica pesi e misure del Sistema Metrico Decimale, adottato dai Savoia nel 1845: così vengono unificati anche i vari sistemi precedentemente usati.
Ben presto la cucina di corte dell’Italia unita diventa un must molto alla moda: agnolotti, fonduta, tartufi, delicatezze di pasticceria e naturalmente tanto cioccolato. Il successo di Vialardi, capace anche di scenografiche rappresentazioni dei suoi menù, pone così fine al predominio a corte degli chef di origine francese.

Oggi gli eredi del grande Piemontese si cimentano con le “Cene Regali” in una location di enorme fascino: la Galleria Grande della Reggia di Venaria, a pochi chilometri da Torino. Dieci serate, il venerdì, a cadenza mensile, ciascuna dedicata a una regione d’Italia. E, prima di ogni cena, non manca la visita guidata alla Reggia che oggi è fra i primi cinque siti culturali più visitati d’Italia.
Nella prima capitale d’Italia il convitato più prestigioso è senz’altro Camillo Benso conte di Cavour, un raffinato gourmet. A lui è dedicata la mostra “Cavour: genio, seduttore e gourmet”. Fino a giugno si può gustare il menù cavouriano: aperitivo Carpano, il preferito dal re, asparagi di Santena, faraona alla Cavour e semifreddo tricolore sono solo alcune portate delle cene risorgimentali allestite a Palazzo Cavour, dimora barocca di famiglia, nel centro storico di Torino.
Un segno del destino è poi la coincidenza che ha voluto che Palazzo Carignano, luogo della proclamazione del Regno d’Italia, si trovasse proprio di fronte al ristorante Del Cambio. Un richiamo ineludibile per il nostro statista gourmet, assiduo frequentatore che qui ordinava potage di patate e tartufo, risotto al Barolo, dessert di nocciole con zabaione. Un menù riproposto nella rassegna “A pranzo con Cavour” allestita nel celebre ristorante. Fra stucchi dorati e velluti rossi sembra di vederlo seduto al suo solito posto, contrassegnato dalla targa commemorativa e tricolore d’ordinanza. Davanti alla tavola elegantemente imbandita è perfettamente a suo agio perchè è a tavola che lo statista gourmet gioca la carta della diplomazia sabauda, convinto com’è che “Cattura più amici la mensa che la mente”.

Informazioni utili:

Cene regali: info e prenotazioni +39 011 4992333 – www.lavenariareale.it
Cena a Palazzo Cavour
: www.mostrapalazzocavour.it
Centenario Pellegrino Artusi:www.casartusi.it

25.04.2011

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