Wolfsburg (E.T. News) – La storia di Wolfsburg affonda le sue radici solo fino agli anni ’30, quando la città é diventata la sede di una delle case automobilistiche più famose del mondo, la Volkswagen. Da allora, la realtà sociale di questa cittadina della Bassa Sassonia non si può più definire solamente tedesca, ma decisamente multiculturale e cosmopolita. Infatti, immigrati di tutte le nazionalità, invitati dalla Volkswagen con contratti a tempo determinato e attirati dalle prospettive di lavoro che non trovavano nel loro Paese, sono arrivati a Wolfsburg con la prospettiva però di tornare a casa.
Da qui il curioso termine “Gastarbeiter“, cioè „lavoratori ospiti“: come gli ospiti rimangono per il tempo di una visita, così anche loro sarebbero dovuti restare solo per un determinato periodo in terra straniera.
Contrariamente a quanto programmato al momento di partire, si sono insediati qui e qui vivono tutt’ora, in un clima di (quasi) perfetta integrazione. Tra di essi, hanno una posizione di rilievo i circa 6000 connazionali che costituiscono l’etnia più numerosa presente nella realtà locale e quindi la “comunità italiana più grande a nord del Brennero”.
La mostra fotografica a cura di Katiuscia Cutrone, ospitata nei locali dell’Istituto di Cultura di Wolfsburg, è una raccolta di testimonianze autentiche messe a sua disposizione per la stesura della tesi di laurea dagli “italiani di Wolfsburg” che negli anni ’60 hanno vissuto in prima persona la malinconica ed insieme emozionante avventura dell’emigrazione e che sono – come recita il motto di tutte le manifestazioni sul tema – “hier geblieben”, rimasti qui.
I visitatori possono osservare immagini che ripercorrono vari momenti della vita dei “Gastarbeiter”, come i momenti in fabbrica e negli alloggi comuni del “villaggio italiano” “Berliner Brücke”, il tempo libero trascorso tra passeggiate nella centrale Porschestraße e partite di calcio, la nostalgia della propria patria, la tanto attesa partenza per le ferie con i treni speciali verso l’Italia. Inoltre, grazie alle cuffie presenti in sala, é possibile ascoltare alcuni estratti di interviste ai protagonisti di questa fase centrale della storia di Wolfsburg. La mostra é completata da pannelli esplicativi in italiano e tedesco che danno voce alle fotografie a cui si riferiscono e da documenti originali o copie di essi, quali contratti di lavoro e regolamenti degli alloggi dove abitavano i nostri immigrati.
Una visita a questa interessante mostra permetterà di immedesimarsi almeno in parte con questi uomini che, oltre a riuscire a superare le difficoltà incontrate in una terra lontana, hanno comunque saputo dare un apporto non indifferente alla cultura locale portando con sé un tocco della “dolce vita” italiana.
Info:
“L’immagine dei Gastarbeiter negli anni ’60” – 9-24 ottobre 2003
Istituto di Cultura, Goethestr. 52, 38440 Wolfsburg, Germania
Tel.: +49-5361-298010; fax: +49-5361-298014; e-mail: iic@wolfsburg.de
http://www.iic-wolfsburg.de
Entrata libera
Orari: lun-gio h.9.00-13.00, 14.00-17.00; ven h. 9.00-15.00; sabato e domenica chiuso.